LA CUSTODE

IL PROGETTO

Park in Progress

Nasce da un progetto portato avanti da Sara Celeghin di Marga Pura e Teatro invisibile al fine di di valorizzare l’isola della Certosa, il polmone verde della laguna di Venezia.

L’obbiettivo di creare un percorso di arte e natura, trasformando in sculture alcuni alberi morti, creando installazioni artistiche, promovendo la riforestazione del parco e  offrendo eventi  e attività culturali ai  cittadini veneziani e ai turisti.

Informazioni

La custode è un’opera realizzata durante l’estate 2020 sull’isola della Certosa. Raffigura una donna che guarda la laguna e riassume in sé l’acqua e la terra, il mare e la montagna; custodisce il passato e porta speranza per il futuro. 

“La Custode” è una statua in legno dalle dimensioni notevoli: 3 metri di lunghezza, 1,5 metri di larghezza e altri 3 metri in altezza.

Una storia che inizia dalla tempesta di Vaia e si intreccia con la bonifica dell’isola veneziana, mescolandosi con il lockdown e la speranza di un nuovo inizio. “La Custode” è composta infatti anche da “materiale lagunare” di scarto prodotto da Arborete durante la sistemazione del parco: dai moraletti di legno che ne compongono la struttura, ai rami e le cortecce che danno la forma alla donna, fino alle corde di scarto dei traghetti usati per i capelli.

CON-TATTO

IL PROGETTO

UrbArt

Progetto nato nel 2018 dalla collaborazione di Marga Pura e teatro invisibile per dare nuova vita ad alberi che dovevano essere abbattuti, seguendo l’idea dell’upcycling, ovvero usando materiale di scarto per nobilitarlo a forma d’arte. L’obbiettivo di questi progetti è di creare percorsi di arte e natura in posti inaspettati. 

Informazioni

Con-tatto è un’opera d’arte di notevoli dimensioni – circa 8 metri di lunghezza per 2 metri e mezzo di altezza – che rappresenta due mani in avvicinamento poco prima di toccarsi, installata durante l’estate 2021 in Via Venezia a Padova.

L’immagine, che omaggia il dipinto di Michelangelo nella Cappella Sistina in cui la mano di Dio si avvina a quella di Adamo, evoca i lunghi mesi trascorsi in cui il contatto fisico è stato negato a causa della pandemia. 

L’opera è realizzata con la tecnica dell’assemblaggio di legni di scarto che lo scultore ha già utilizzato per altre sue importanti opere pubbliche. In questo caso si tratta del legno derivante dall’abbattimento di alcuni alberi cittadini e di tronchi caduti durante la tempesta Vaia, utilizzati per dare nuovo valore artistico al materiale di scarto e creare un ulteriore collegamento tra la pianura e le nostre montagne.